ROMA – Rotti, mal funzionanti o semplicemente spenti perché la scuola non può permettersi di tenerli accesi. I termosifoni in classe sono un optional e gli studenti in pieno inverno si difendono come possono.
Secondo un sondaggio di Skuola.net su 6000 studenti, emerge che l’11% in aula ha freddo perché l’impianto di riscaldamento è guasto, il 29% dichiara che la temperatura dei termosifoni è troppo bassa e il 15,7% racconta di impianti spenti perché non ci sono i soldi per accenderli. E per fortuna le temperature finora non sono state proibitive. Però negli ultimi giorni la protesta è scesa in piazza: dal liceo Mesoraca (Crotone) fino a quelli del Giannone di Foggia e dell’alberghiero della provincia di Pesaro, passando per la scuola media di Avella in Irpinia e l’elementare di Cisterna. Tutti a protestare, all’aperto perché in classe fa più freddo.
Per il gelo insorgono anche i presidi: come i dirigenti delle scuole di Pavia che, in ottobre, scrissero una lettera di protesta alla Provincia per far accendere i riscaldamenti in classe. E poi accade anche che, come nell’Istituto Comprensivo Colasanti di Viterbo, i ragazzi si presentino a scuola addirittura con le coperte addosso. Una provocazione?
No. Secondo Skuola.net la coperta da casa è il rimedio anti-gelo escogitato dal 7% degli studenti infreddoliti, 4 su 10 si vestono appositamente “più pesante” per andare a scuola mentre 1 su 2 tiene indosso il cappotto anche durante le lezioni. C’è pure chi, nel 4% dei casi, va in classe con la stufa, in barba a qualunque norma sulla sicurezza. Tra gli intervistati da Skuola.net c’è chi racconta che i termosifoni «per risparmiare, vengono accesi solo per due ore» oppure «spenti alla quarta ora ma alle 14:30 siamo ancora a scuola e fa freddo». C’è poi chi, amaramente, spiega che i riscaldamenti nella sua scuola «sono inutili poiché molte finestre sono ancora rotte quindi rimangono aperte». E qui scende davvero il gelo.
Fonte: il mattino.it
