Mangiato vivo da un’anaconda lunga cinque metri: il momento clou di un documentario di Discovery che, manco a dirlo, ha registrato ascolti record da una parte all’altra dell’Atlantico. È l’impresa tentata da Paul Rosolie, un naturalista americano che ha deciso di diventare la preda di una grossa anaconda amazzonica. Protetto da una speciale tuta e con una telecamera piazzata sulla testa, l’uomo si è fatto avvolgere dalle spire del rettile mentre continuava a comunicare con il suo staff poco distante da lui.
L’ESPERIMENTO FALLISCE – Avrebbe dovuto essere un esperimento per dimostrare la forza dell’anaconda – che pure non sembrava particolarmente interessata alla preda, nonostante la tuta di Paul fosse stata cosparsa di sangue di maiale e l’uomo abbia provocato all’attacco del rettile – ma le cose non sono andate come ci si aspettava: «La mia testa è dentro» – dice Paul. Poi, mentre il rettile lo avvolge nelle sue spire, l’uomo chiama aiuto: «Sta stringendo molto forte, non mi sento più un braccio. Venite, ho bisogno d’aiuto». Velocemente, alcuni uomini del suo staff si sono avvicinati all’anaconda e lo hanno liberato, estraendolo indenne.
«È STATO TERRIFICANTE» – «Mi ha preso direttamente sulla faccia – ha detto più tardi Rosolie – L’ultima cosa che ho visto è stata la sua bocca spalancata poi tutto è diventato buio. Poi mi ha avvolto e sentivo la tuta che cominciava a rompersi e le braccia che si disarticolavano. È stato terrificante». Il piano originario prevedeva che l’uomo fosse completamente inghiottito dall’anaconda, ma Rosolie stesso è sempre stato piuttosto vago su come avrebbe fatto a uscire dall’animale una volta portato a termine “l’esperimento”.
LE POLEMICHE – Il documentario, dall’inequivocabile titolo di Eaten Alive (Mangiato vivo) è andato in onda su Discovery Channel nella serata di venerdì nel Regno Unito e domenica sera negli Stati Uniti dove, soltanto negli States, ha tenuto incollati allo schermo 4.1 milioni di telespettatori – facendo di Eaten Alive il programma più visto di Discovery dai tempi di Life – ed è stato per ore uno degli argomenti più twittati e discussi del web. Ovviamente l’impresa di Paul Rosolie ha suscitato polemiche accese e proteste da parte degli animalisti, già sul piede di guerra fin dal trailer che annunciava il documentario. Rosolie è stato definito un «Hitler degli animali» e addirittura qualcuno gli ha augurato di ammalarsi di ebola. Nonostante questo, il naturalista ha affermato di aver fatto questo per sensibilizzare il grande pubblico sul rapido declino della biodiversità in Amazzonia.
Fonte: www.giornalettismo.com