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Giovani reporter per la sicurezza

Progetto promosso da Rete Isidecon il contributo di Associazione AIFOS, Associazione Italiana Formatori ed Operatori della sicurezza.

Come B-Side abbiamo partecipato al progetto Giovani reporter per la sicurezza, che ci è stato proposto da Cristiana, dell’Associazione Iside. Ma il progetto è promosso da una società che si occupa proprio di sicurezza, l’AIFOS. Cioè più che come Centro ragazzi, abbiamo partecipato con il nostro magazine B news.

L’idea è che anche se siamo giovani, tra non molto entreremo nel mondo del lavoro e certe cose è mlocandina-progetto-giovani-reporter-per-la-sicurezzaeglio saperle per tempo. Ci hanno spiegato alcune cose, sia sulla sicurezza sia su come si fa un giornale.

Molte cose non le sapevamo: ad esempio in Italia nonostante le leggi che tutelano i lavoratori ci sono comunque molti morti, più di mille l’anno. Sono veramente tanti e sembra incredibile che una persona possa morire per andare a lavorare. Purtroppo ci hanno detto che molte aziende per risparmiare non rispettano le norme, soprattutto con i lavoratori precari, che sono più ricattabili. I lavoratori e i cittadini tutti devono vigilare affinché le norme vengano rispettate e che si evitino gli incidenti e i danni alla salute.

I settori più a rischio sono l’agricoltura, l’edilizia, l’autotrasporto, le fabbriche. Ci sono più vittime negli incidenti con i trattori agricoli nei campi che sull’intera rete autostradale. Roma è la provincia in cui ci sono stati più morti sul lavoro in Italia. Bisogna fare un’opera di sensibilizzazione e i giornalisti possono essere utili.

 

Abbiamo fatto un breve corso, per migliorarci nello scrivere gli articoli; ad esempio ricordarci di inserire sempre le cinque informazioni più importanti (chi, che cosa, quando, dove e perché). Ci sono stati spiegati dei trucchi per fare le foto bene. Poi abbiamo scritto degli articoli, non tutti su questo argomento, anche sugli altri. La cosa più impegnativa è stata un questionario sulla salute dei ragazzi, di cui abbiamo preparato le domande. Lo abbiamo poi distribuito tra i ragazzi che frequentano il Centro. Dopo che è stato compilato anonimamente, gli operatori hanno analizzato le risposte.  Ma le cose più belle del progetto sono state le uscite: una nel quartiere, che già conosciamo, ma che abbiamo visto con occhi diversi, come se fossimo inviati di un giornale al Lamaro. Poi siamo andati alla mostra al Palazzo delle esposizioni del World press Photo, per vedere come si fa giornalismo con le immagini. C’erano delle foto incredibili, che raccontano delle tante cose, spesso non belle, che succedono nel mondo. A volte un’immagine te la ricordi di più di tante parole. Un altro giorno siamo andati alla Caserma dei vigili del Fuoco, a intervistare il personale. Sono stati gentili e ci hanno spiegato tanti aspetti del loro lavoro, difficile e importante per la sicurezza delle persone. Qualcosa abbiamo imparato insomma in questo percorso ma c’è tanta strada da fare.

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