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In Italia il mondo dei videogame è popolato prevalentemente da maschi; la percentuale delle giocatrici è dell’11% ma l’incremento è continuo. Negli Stati Uniti invece le donne hanno quasi raggiunto i giocatori maschi, in Europa rappresentano il 31 % del totale. L’ inserimento delle ragazze e delle donne in un ambiente originariamente maschile ha incontrato notevoli difficoltà. Se partecipano sessioni di gaming on line le giocatrici sono oggetto di continui tentativi di approccio; spesso vengono offese o sono oggetto di pesanti derisioni (il 63% delle videogiocatrici è stato infastidito da giocatori maschi). Molte ragazze hanno rinunciato a giocare on line.
A parte le molestie, sempre odiose, si tratta comunque di un ambiente tendenzialmente maschile e spesso maschilista. Coloro che i videogame li progettano, li disegnano e li programmano sono a stragrande maggioranza maschi. Come sono maschi i Youtuber che si occupano, recensendoli, di videogiochi. La ricercatrice Anita Sarkeesian ha pubblicato alcuni filmati in cui analizza la rappresentazione delle donne nei videogiochi, mettendo a fuoco gli stereotipi e pregiudizi di genere. I personaggi femminili sono prevalentemente oggetto di desiderio sessuale, incapaci di cavarsela nelle difficoltà, destinate ad essere salvate dagli eroi maschi. Forse maschili e maschilisti sono proprio i giochi e i personaggi immaginati che li popolano. A conferma di un quadro per certi versi desolante, Anita Sarkeesian è stata oggetto di una campagna di accuse, minacce, fotomontaggi osceni e hackeraggio. Uno strano modo per respingere le accuse di maschilismo.

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